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Ad oltraggiare il padre tuo; lo stesso
Affetto di marito, in me non scemo
Dal gel degli anni, mi avria tolto forse
Quel coraggio sublime, onde trionfa
Or la tua Alceste d’ogni maschio petto.
Per te morir non mi attentava io forse,
La mia donna lasciando: ma, se due,
D’una in vece, dovute erano a Pluto
Le vittime; se in sorte alla cadente
Moglie mia fida il natural morire
Toccato fosse; ah, nè un istante allora
Io stava in dubbio di seguirla, io sciolto
Allor da tutti i vincoli di vita.
Non così, no, quand'io dovuto avessi
Quella compagna mia di tanti lustri
Abbandonare, in tale etade, in tale
Egro stato, a se stessa, alla funesta
Solitaria vecchiezza. Oh cielo! un fero
Brivido a me correa dentro ogni vena,
Solo in pensarlo. Eppur, io per salvarti,
Diletto figlio mio, (se a me giungea
Pria che ad essa l’oracolo) io data
Avrei pur anco a così immenso costo
Per te la vita mia: ne attesto il Cielo;
E la tua Alceste attesto, che primiera
A me recò l’oracolo, e i veraci
Sensi scoprì del mio dolore.