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ili trincea, il 17 Agosto ’15, a S. Giorgio di Nogaro. Soldato del Genio, sul Carso dal ’15, quando le «grandi avanzate» eran balzi micidiali di qualche metro e il Genio si accompagnava al fante combattendo e lavorando, se pure non lo precedeva a gettargli ponti e passerelle sull’acqua, a coordinare i suoi sforzi cogli stendimenti di filo, a preparargli la casa e la tomba nella spietata petraia. 23 Giugno ’ 15. «Sono a lavorare sopra un ponte; è un continuo sibilar

di proiettili. Una granata scoppia a pochi metri e ferisce 4 compagni > 24 Giugno ’i5. «Alle 6 torniamo al lavoro.

  • 25 Giugno ’15. «Ci alziamo di buonora come il solito

e andiamo nell’Isonzo a fare una diga onde impedire all’acqua del fiume di passare per una rottura latta, dal nemico e allagare il paese di Fogliano. Io son comandato di corvée per trasportare la gelatina con altri miei compagni. Dovendo camminare a distanza uno dall’altro, a un certo punto io con altri o compagni perdiamo la strada. Ne segue un continuo correr pei campi senza saper dove, tra zaini abbandonati e qualche cadavere;.... 26 Giugno ’15. i < Stendiamo una linea telefonica da Castelnuovo a Viliesse. ’Qualche obice da 305» 27 Giugno ’15. «Dopo aver riposato appena 2 ore son costretto a partire per fare un altro stendimento. Son proprio stanco sfinito.» 30 Giugno ’15 € I nostri tentano un’avanzata e sono già a buon punto. Hanno varcato parte dei reticolati nemici e sono quasi sulla collina. A un tratto i nostri ripiegano, scompiglio generale, tutti corrono», ma il soldatino del Genio non si scrolla «io carico il fucile e mi preparo a opporre là mia resistenza» Quando anche facendo il telefonista a un Comando di Brigata «si sentiva benissimo il grido Savoia