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104 fecero ^apparire così bella la guerra! Comincerò a rivivere i bei giorni del Cadore, e per me sarà una nuova èra di vita guerresca, una di quelle poche pagine belle che si scrivono durante il suo corso.. Sento da queste montagne elevarsi un inno che già conobbi ed udii prorompere dalle gole selvaggie delle Dolomiti..... Di fronte alla natura esuberante tutto si può sacrificare, anche la vita, purché la fronte sia rivolta verso le cime di quelle montagne candide e indomite, che il sole arrossa quando le bacia coll’ultimo raggio». 7 Giugno ’16. «Passò una settimana e la trincea nuovamente ci accolse. Venne l’alba del 16 Maggio Non voglio rievocare, no, non voglio Tutto passò in quel giorno, tutto fu spezzato! Adesso torneremo in trincea, torneremo perchè abbiamo da vendicare i nostri Eroi, torneremo perchè dobbiamo arrestare la rabbia sanguinaria di coloro che vorrebbero opprimerci di nuovo, torneremo perchè non ci colga l’obbrobricf dei nostri focolari distrutti, delle nostre case profanate, del nostro suolo calpestato. Dall’alto di queste montagne mi è grato, e al tempo stesso melanconico, fissare lo sguardo sulla pianura che si perde nella caligine. Laggiù è la Nazione che pulsa trepidante e fiduciosa. Noi dovremo fare uno sforzo, dovremo combattere l’ultima grande battaglia, e allora saranno decise, forse, le sorti della guerra». 1° Luglio ’16. «Nel bollettino del 14 scorso troverai rammentati Monte Giove e Montè Brazome. Lì, il 10 passato, ei*avamo andati in trincea. La mattina del 12 prestissimo una tempesta di granate di tutti i calibri, ma massimamente di 305 e anche di 420, si rovesciava sulle nostre posizioni. Dopo circa quattro ore di questa deliziosa sinfonia il nemico lanciava all’attacco, dal Pria-Forà che aveva occupato giorni avanti, masse di fanteria inebriate. Fallito il colpo, ricominciava il bombarda* mento e quindi il conseguente attacco delle fanterie.»