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63 derare Faccio parte del sistema di avamposti; stasera monterò, invece, nelle posizioni assegnate alle piccole guardie ed alle vedette. Maggiore onore non mi poteva toccare. Sono lietissimo. L’Isonzo, intanto, pare sia attraversato in più punti. Evviva! *. 17 Giugno ’15. «I paesi che attraversiamo sono abbandonati e deserti Malgradò tutto, però, non viene mai meno in me quell’entusiasmo e quell’ardore che mi hanno sempre invaso prima e che ora mi riempiono l’animo Sento dei grandi arruolamenti di volontari che hanno avuto luogo in questi giorni ed è bene che in prima linea figurino gli amici di fede. Io ero stato proposto dal Capitano per dattilografo presso il Comando della Brigata; ma tale incarico declinai "per il fatto che avrei abbandonato gli amici e disertato il fuoco. Ne ebbi, pertanto, l’elogfc) dello stesso Capitano che si mostrò meco lietissimo di avere così buoni soldati da adoperare per la difesa della Patria. Di tale elogio mi sentii soddisfatto. E spero che a voi tutti non dorrà una tale rinunzia». A quel suo ottimismo generoso i fatti dovevan dare ragione. 25 Giugno ’15. «Ho oltrepassato l’Isonzo l’altra notte, correndo però serio rischio di essere colpito dalle granate e dagli schrapnels nemici che ci bersagliarono poco dopo l’arrivo sulla sinistra del fiume, nel quale cadevano a migliaia schegge e pallottole. Non un momento di debolezza in nessuno di noi, che eseguimmo in bell’ordine tutti i comandi, il che ci permise di ripararci in appositi trinceramenti, ove ci trovammo al sicuro o quasi. Pochi furono così i feriti, e tutti leggermente. Aneli’ io «orsi pericolo e fu solo mercè lo zaino che mi salvai da una pallottola. La fortuna comincia ad arridermi. Avanti dunque! Viva l’Italia!». Passato il fiume, il reggimento si trincera in difficilissima posizione, a mezza costa dell’imprendibile Monte Cucco. Ma il Minuti considera il maggior rischio come un onore. 5 Luglio ’15. «Sono in trincea! Una trincea di primissima