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62 tato il passaggio delle Alpi, tentava con pochi amici, a Livorno, di organizzare una spedizione per mare che gli permettesse di toccare il suolo caro alle sue simpatie repubblicane e mettere le sue forze a servizio del popolo francese. Da Livorno partiti in un barco a vela verso la Corsica, presero un fortunale che per poco non capovolse la fragile imbarcazione: approdati a Capo Caso e per Nizza entrati in Francia, si concentrarono nel Battaglione Mazzini, sciolto poco dopo per intervento diplomatico. I tempi non erano maturi. Ma il 24 Maggio, trova Giovanni Minuti in grigioverde, felice di partir cogli amici. È Ja buona: «Finalmente si parte, finalmente si va a compiere il nostro dovere! >. Soldato obbligato alla gavetta, mentre era tanto più alto il tono di vita familiare, arruolato in quel 127 (Brigata Firenze) che i primi tempi preoccupava per la sua poca omogeneità, pure non c’è nelle sue lettere il minimo lagno pei disagi della nuova condizione di vita o il morale deficiente dei compagni. Servendo la buona causa non ha posto per la critica: è tutto azione, volontà di bene, fiducia. 26 Maggio ’15. «Il reggimento va pian piano assuefacendosi al pensiero della lotta prossima ed anche i più refrattari incominciano ad anelare di trovarsi al più presto sul fronte». 27 Maggio ’15. «Si dice che* la nostra destinazione sarà Udine, per quindi procedere alla occupazione di qualcuna di quelle località che i nostri già gloriosamente conquistarono. Ma infine giungerà anche per noi il momento di batterci ed è ciò che dopo tutto io desidero ardentemente, poiché ben triste sarebbe il ritorno a Firenze senza aver compiuto il mio dovere di italiano e di repubblicano». «29 Maggio ’ 15, Udine. «E da due giorni che piove: figuratevi lo stato delle nostre tende. Ma tutti i sacrifici sono sopportabili quando sono fatti per un fine nobile e patriottico quale quello che volentieri ho accettato, non ignaro di tutti i disagi da sopportare...». 12 Giugno ’15. * L’entusiasmo è nella gran massa nostra.altissimo; del mio morale non vi parlo chè non lascia nulla a desi