Gli austriaci nella loro offensiva (della primavera ’16, dal
Trentino) hanno fatto bombardamenti terribili: io ricordo solo
quello del 18 Giugno sul Giove: non vi era palmo di terreno
che non fosse battuto da granate di grosso calibro, ed io, come
pure tutti gli altri, siamo stati per ben 13 ore senza muoverci
da una roccia, attendendo che una granata venisse a colpir quella
roccia la quale avrebbe sepolto molti e molti individui. Tutti gli
altri giorni quella musica durava da 4 a 5 ore; però, infine, sono
stati costretti a ritirarsi e noi alle calcagna di roccia in roccia
ad altezze di più di 1500, sopra burroni di cento e più metri,
li abbiamo inseguiti per ben cinque giorni senza sentire nè la
stanchezza nè i disagi. Se mi era arrivato in tempo il materiale,
sarei ritornato a quest’ora sull’Isonzo ed avrei preso parte
anche io alla magnifica offensiva verso Gorizia. Appena arrivavano
i Bollettini, tanto io come gli altri piangevamo quasi per
non aver preso parte alla occupazione di Gorizia, non per la città,
ma perchè per ben 12 mesi ci eravamo battuti continuamente
per quella. Gli austriaci credevano di averci abrutiti compietamente
con i loro bombardamenti, ma però facevano i conti senza
l’oste perchè, tanto per darvi un’idea, dopo un bombardamento
di quel genere, credendo che si fosse tutti morti, vennero all’assalto
con i plotoni affiancati e cantando. Appena noi ce ne
accorgemmo cominciammo a sparare e a lanciar bombe a mano;
le mitragliatrici cominciarono a sparare, i cannoni da montagna
che erano in linea con noi sparavano a mitraglia. Quella musica
durò un bel pezzo; però furon costretti, quei pochi che rimasero,
a ritirarsi lasciando sul terreno migliaia di morti, e da allora non
gli venne più l’idea di ritornare all’assalto.
Quando andavo a far le istruzioni colla mia sezione
(lanciatorpedini), prima della famosa avanzata, tutti, ufficiali e
soldati, ridevano vedendo quell’apparecchio semplicissimo e mi
sbeffavano, ma quando hanno appreso l’efficacia di quelle trappole
(così le chiamavano loro), han principiato a invidiarmi e
tutti vorrebbero essere nel posto mio.