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bre, ma non è niente». «A causa della malattia chissà se potrò arrivare in licenza». «Sono ancora ammalato: non state in pensiero: scusatemi con tutti se non scrivo, ma mi stanco e da letto non posso».
Perchè non si allarmino debbono arrivar sempre franchigie di suo pugno, con la sua scrittura: anche nel delirio la mano. che più non regge la penna, cincischia, quasi indecifrabili i segni abituali.
«Sono sempre ammalato, niente di grave: sono le solite cose».
Alla fine arrivano i genitori. Ormai lo possono sapere, che la morte non ha misteri. Basta che mamma perdoni la bugia tanto prolungata; ora dovrà soffrire, ma prima non è stata in pena.
«Mamma, ti ho sempre tenuta tranquilla vero?».
MAESTRIPIERI Alberto,Applicato del Servizio Materiale e Trazione, Tenente 38° Fanteria, Comandante il 1° Reparto Lanciatorpedini
Faceva parte della gloriosa Brigata Ravenna (37° e 38° Fanteria). Chi entrava in quella doveva sposarne anche l’impeto aggressivo.
15 Aprile ’16. «Sono a sedere sulla mia branda, dentro la mia baracchetta, mentre fuori sta per venire un acquazzone terribile. Anche i soldati non si trovano tanto male perchè hanno le loro baracche tutte coperte. Il nemico ci lascia stare abbastanza calmi. Col fucile, però, nel punto dove le trincee si trovano a 10 o 12 metri, specialmente di notte, ci getta bombe. Ma se loro ne gettano 10, noi ne gettiamo 20. Inquanto alle artiglierie nemiche sparano spesso, ma subito rispondono le nostre con tiri