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zare sulla destra contro la trincea dei morti, ma a causa di solidissimi reticolati è stato respinto 3 volte: è allora che Gnatelli è morto alla testa del suo plotone..... Nella trincea occupata era impossibile rimanerci perchè eravamo isolati. Gli Austriaci venivano avanti da tutte le parti. Dopo una feroce lotta corpo a corpo siamo stati obbligati a retrocedere nelle antiche posizioni. Tornati nella buca del Comando è stata una scena commovente: tutti piangevamo ».
14 Novembre ’15 (ore 19). «Dopo due giorni di febbre sono arrivato in trincea. Quale disastro! Il Maggiore è ferito gravemente alla testa; Verdiani è ferito; è stato trovato il cadavere di Zallocco morto la sera del 10..... sono solo ormai; non ho più una persona cara vicino a me. Ormai è destinato che debba lasciar la vita su questo Carso che tanto mi ha fatto soffrire..... Gnatelli dorme là nella buca; una croce con una piccola iscrizione ricorda come il nostro caro estinto sia morto gloriosamente alla testa del suo plotone contro ai funesti reticolati della trincea dei morti. Piove ancora. Brillerà ancora un raggio di sole in questa mia triste esistenza? Solo il rumore della pioggia e il crepitìo della fucileria, rispondono. Cosa faranno il babbo e la mamma in questo momento?».
Poi è di nuovo febbre. Ma bisogna reggere fino al cambio per non passar da vigliacco. Poi ancora assalto.
27 Novembre ’15 (ore 16). «Andiamo all’assalto. Che Iddio ce la mandi buona. Si vede che ancora siamo in troppi per andare a riposo».
Poi è di nuovo febbre.
«Ammalato, sempre con 39,5 di febbre».
E la scrittura si fa tremante e confusa. La malattia, trascurata, si dichiara grave. Ma ai genitori seguitano ad arrivare fino all’estremo le rassicuranti franchigie.
«Non è niente; i soliti affari intestinali che mi son capitati tante e tante altre volte». «I soliti disturbi intestinali e un po’ di strapazzi». «Non è niente. Sempre all’Ospedale con la feb-