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lettere d’una viaggiatrice |
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così taciturno e così fantastico, spariscono. Ne passano sempre. Qualche viso muliebre, in quelle che filano lungo la veranda, si arriva a scorgere, per un istante, nelle sue linee delicate: un istante. Qualche coppia silenziosa nel suo ardor giovanile, già vinta dalla morbidezza del fascino veneziano, si scorge, per un istante, e le loro dita stancamente intrecciate si scorgono: un istante. Alcune gondole si fermano, innanzi agli scalini dell’albergo, ove fiotta appena l’acqua finemente verdastra della laguna: un servo accorre, con un passaggetto di legno, che appoggia al bordo della lunga e pure snella gondola: una donna si leva, traversa la gondola, salta leggermente sul passaggio di legno, mette il piede sulla veranda, sparisce nell’albergo, la gondola si allontana. Chi è mai costei, una creatura non ancora ventenne, tutta vestita di bianco, con un mantello di seta celeste, e un delizioso viso, sotto un’aureola di capelli biondi, chi è costei, donde viene con questa gondola, chi è costui, un così bel giovine, elegantissimo, che l’accompagna, un fratello, un innamorato, uno sposo? E quest’altra donna, così pallida e così