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476 lettere d’una viaggiatrice

grigio, vivo, lieto, non sarà che bianco, bianco e freddo deserto. O alta parrocchia di Ayas, voi sarete coperta di neve: e gli alpigiani scenderanno a dormire nelle stalle, divisi dagli animali solo da uno steccato di legno, vi scenderanno, con una provvisione di viveri, per sei mesi: e il buon curato ospitaliero, solo, si aggirerà, solo, nella casa della parrocchia, dove niuno verrà a chiedere un letto, per una notte: e non più l’harmonium gitterà i suoi soavi e teneri suoni nella valle di Challant: e se è vero, l’ombra amica dell’antico curato Clotz, che si aggira, intorno, potrà tornare alla casa disabitata ....! O Valtournanche, paese di valorose guide, di valorosi viaggiatori, anche voi, più voi, di ogni altra valle, sarete presa dalla candida, e fine, e purissima signora: non più nel viale dei larici, la rosea ostessa verrà a disporre la tavola, alle verdi ombre, mentre l’altalena dondolerà, sospesa agli alberi e vuota, innanzi ai ghiacciai della Dent d’Herins: vuoto e chiuso, per metà, al divino colle del Breuil innanzi al Cervino, l’albergo di alpinisti e di guide: e tutto bianco, tutto, tutto, dal Breuil a Châtillon,