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nell’alma roma 41

una burocrazia immensa che sta, in Roma, suo malgrado, insoddisfatta, malcontenta, seccata, dai più alti gradi delle funzioni sociali agli infimi gradi! Spettacolo di tristezza greve, questa Città Morta, in agosto, in settembre, senza re, senza corte, senza ministri, senza parlamento, senza ambasciatori, senza società, e governata da otto o dieci capi-divisione: spettacolo di tristezza soffocante, con le sue vie bruciate dal sole, ove rari passanti appaiono, accasciati dal caldo e dal fastidio morale, con le sue case dalle finestre sbarrate, con le sue poche carrozze da nolo ove un cocchiere sonnecchia sulla serpa, con i suoi trams senza passeggieri, gli ultimi suoi caffè vuoti, e le ultime sue trattorie infettate dalle mosche e abitate solo da camerieri taciturni e scettici! Spettacolo di una tristezza quasi tragica nelle piazze larghissime, ove niuno si aggira, innanzi ai monumenti che niuno guarda, nelle chiese che nessuno frequenta, innanzi ai palazzi patrizii dai portoni chiusi, innanzi alle botteghe dalle tende di ferro abbassate: tutto interrotto, tutto sospeso, tutto come finito, tutto come morto!


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