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un principe 427

veranda di un albergo, discorrendo con amici, ascolti egli la messa, in un angolo recondito della chiesa parrocchiale, interroghi egli il cielo e le montagne, sulla porta del suo piccolo e modesto Châlet, assista egli ai lieti giri di un waltzer in un salone e vi partecipi egli sobriamente, ma graziosamente, quando che sia, voi troverete i suoi occhi pieni di un sogno senza confine..... Ah sì, egli compie tutti i suoi doveri di principe, di gentiluomo, di marinaio, di giovine, con semplicità e con grazia, con una correttezza perfetta; si, egli va, viene, discorre, partecipa alla vita della picciola Courmayer, senza nulla escludere di quel che convenga a un principe, che è anche un’anima di cortesia e di bontà: ma i suoi occhi, i suoi occhi, sono pieni di sogno. Che vede egli che gli altri non vedono, poiché i loro occhi mortali sono troppo abituati agli spettacoli volgari e bassi? Che cosa scorge egli, mentre di altro parla, di altro si occupa, che cosa scorge egli, che gli altri non potranno mai scorgere, poiché sono presi dalle cose quotidiane e meschine? Che desidera egli quando tace, quando pensa, mentre le agili