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lettere d'una viaggiatrice |
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sacerdoti, questi signori, questi principi della Chiesa, vengono, vengono, da tutte le parti, per uno stretto dovere, che è diventato una passione per moltissimi: vengono, spinti da un umile desiderio, da una vivida speranza, da una energia ostinata, da un’ambizione: vengono in nome di Dio, o in nome della Chiesa, vengono per gli interessi della fede o per la forza della religione.
E nulla sanno altro, che quanto hanno nello spirito: e null’altro vedono, salvo il loro sogno: e li aspettano i maestosi e taciturni palazzi dei cardinali di Roma: e li aspetta quel Vaticano che è una città, ove un gracile vecchio, vestito di bianco, col cenno della mano esile, con l’esile voce fa chinare le loro fronti superbe e ardenti, muta il corso dei loro pensieri, muta l’impeto delle loro volontà. Singolare, immenso mondo di persone e di anime, di cui nessuno o quasi nessuno si accorge, o vuole accorgersi e che basta all’osservatore intravvedere, in un viso raso e pallido, in una tonaca rossa, in una mano cerea adorna di una grossa pietra ieratica, intravvedere, in un vestibolo di albergo!
Mondo sconosciuto e potente, fuori Roma e in