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nella bella valle 367

zo, e innanzi a voi, sulla candida tovaglia, vedete apparire dei pranzetti deliziosi, serviti in silenzio, rapidamente; con timidità, ancora, voi domandate se mai potrete ripartire, l’indomani; e vi stupite, sentendo che provvidamente i vostri bagagli sono già sulla via di Gressoney e che voi partirete quando vorrete. Tutto ciò è semplice, umile; non servile, sovra tutto. Al secondo piano, nella piccolissima stanza occupata tutta dall’immenso letto, odoroso di spigonardo, poco chiudono le porte; eppure il grande terrore delle camere di albergo, quel terrore che tutti provano, serrandosi a doppio giro, non vi è, non lo sentite. Sentite soltanto, in quelle casette di legno, tutti i passi per le scale, nelle stanze, talvolta, sono passi pesanti, di gente stanca, dalle scarpe ferrate. Poi, finite per addormentarvi, in quella rustica scatola, sufficiente per la vostra persona; all’ora stabilita, l’albergatrice vi chiama sotto voce; se ritardate, non vi chiama di nuovo. La carrozza è vostra, si parte quando volete, con libertà..... E quando ve ne andate, questa albergatrice che non vi ha affatto scorticato, vi dà la mano; anche suo marito ve la offre,