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la terza strofa 357

gibili ai vostri occhi mortali, le nevi eterne, biancheggianti fantasticamente nell’alba, le nevi che migliaia di uomini prima di voi contemplarono con stupore ed ammirazione, che migliaia di uomini contempleranno, dopo di voi e che niuno vide o vedrà mai liquefatte: essa vi mostra le altissime, audacissime punte che sembra un sogno di mente inferma poter raggiungere e che, pure, esseri umani, pieni di valore, pieni di coraggio, sfidanti la morte, toccarono; essa vi mostra, intorno a voi, le vaste praterie, tutte molli di rugiada, tutte cosparse di fiori alpini, dai colori deliziosi, dai profumi freschi e silvestri, le vaste praterie ove s’immergeranno i vostri passi nelle peregrinazioni poetiche e donde le vostre mani porteranno via i fasci di fiori, che renderanno fragrante la vostra cameretta; essa vi mostra, poco lontani da voi, degni delle vostre gite, i boschi chiaramente verdi dei larici eleganti, i boschi oscuramente verdi degli abeti severi: e strappati ad essi vi arrivano gli aromi vegetali che ristoreranno i vostri polmoni e il vostro cervello. O primissima ora mattinale,