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nella città del sogno 341

l’ippodromo di Longchamps! Ah, che nessuna di esse ha esitato, un poco, innanzi al suo vivido desiderio di parteciparvi, per timore non so di che cosa, se non altro, del dispiegamento di forze... Io le ho notate, dal mattino, coi miei occhi curiosi di osservatrice, occhi curiosi e ammirati anche, andare e venire per le vie, rientrando presto, perchè la colazione fosse sbrigata presto ed esse non si trovassero in ritardo: altre donne si sarebbero chiuse in casa, nervose, seccate, fra il panico infantile e l’ira di dover rinunziare a un piacere lontano.

Quale parigina è mai stata nervosa, ieri, salvo quelle cui non andava troppo bene il chiaro cappellino nuovo, o il cui corsage non vestiva come un guanto la molle e flessuosa persona, salvo quella la cui carrozza non era pronta, a mezzogiorno?... Io le ho viste, sulle porte delle loro case, guardare il cielo azzurro con un sorriso sulle labbra, e salire in carrozza, con quel piccolo salto leggiero con cui esse vanno ai loro più graditi convegni, e aprire la cupola bianca del loro ombrellino, la cui seta scintillava al sole, e prendere quell’attitudine serena delle