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nella città del sogno 331

per i malati e per i sani, per i bimbi e per i vecchi, per gli stranieri, per i parigini, per le grandi dame e per le altre, per le famiglie borghesi e per gli operai, per tutti gli esseri stanchi, annoiati, nervosi, oppressi, curiosi, per tutti gli esseri, per tutti...

E costoro vi sono, dalle cinque alle otto. Mentre le automobili filano nei viali laterali, sotto le foglie, andando verso Suresnes, verso Auteuil, verso Longchamps, verso i laghetti, mentre le centinaia di biciclisti e di bicicliste appaiono, scompaiono, riappaiono, per le vie più piccole, laterali, mentre lungo il viale-trottoir scalpitano i cavalli dei cavalieri e delle amazzoni con rumor sordo, mentre lungo il viale i pedoni camminano lentamente, tutti quelli che vogliono delibare, il sorprendente spettacolo, la grande spina dorsale del Bois, il viale delle Acacie nereggia di vetture. Prima, le file sono due: una che va e l’altra che viene, a passo rapido: poi le file diventano quattro e l’andatura sempre più si rallenta.


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