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326 lettere d’una viaggiatrice

casi di snobismo parigino: snobismo che infierisce come una malattia sociale e a cui un viaggiatore qualsiasi, sia venuto altre volte qui, come me, o ci venga per la prima volta, deve assolutamente abbandonarsi. Voi pensate: au Bois, equivarrà, forse, allo stretto dovere che ha ogni persona elegante, per esempio, di passare otto volte al giorno per rue de la Paix e di non comperare che colà quel che serve alla sua eleganza; forse, au Bois, equivarrà all’obbligo imprescindibile che ha ogni persona chic di pranzare il più spesso possibile al restaurant dell’Hotel Ritz, in piazza Vendôme, sempre alla moda, malgrado l’apertura dell’hótel Meurice: au Bois, forse, rappresenta la stessa necessità sociale e quotidiana di ogni vero elegante, cioè, di cenar la notte, o da Paillard, o da Durand, o al Cafè de Paris. Stupidamente, diciam così; poiché il viaggiatore, spesso, ha degli accessi di stupidità, che offuscano le più lucide intelligenze, voi credete a uno snobismo, molto più diffuso, molto più largo, molto più popolare, allargato alle classi più lontane della società; e per cui il Bois sia il sommo di una follia sociale, che mandi