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nella città del sogno 315

sta carte: rifiutare, gentilmente, alcune offerte fatte con semplicità dal cameriere e che non sono iscritte sulla carte: non innamorarsi delle primizie: non avventurarsi nelle pietanze ignote. Combattere infine, combattere ad armi cortesi, con grande astuzia, contro i tranelli tesivi dai piatti segnati sulla carte, ma di fronte ai quali non esiste il prezzo, contro le proposte bonarie del cameriere che vi indica sempre qualche cosa di squisito, ma di enormemente caro, contro le specialità indicate vagamente, contro le frutta fuori stagione, contro la copia dei piattini di antipasto, contro i vini dai nomi nuovi e strani. È una lotta sapiente e che non manca d’interesse, fra voi e il gran restaurant, perchè la nota non passi da quindici lire a cinquanta, perchè alla ferita della borsa non si aggiunga l’offesa all’amor proprio, perchè non vi tolgano il danaro e la reputazione di un uomo astuto, insieme. Tutto è inganno amabile e tutto è, anche, illusione. Una buona entrecôte, pezzo enorme di carne che serve per due persone, costa lire tre, ma un poulet de grain à la diaòle, ne costa dodici: della crème