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lettere d'una viaggiatrice |
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non avere nessuna impressione terribile. Vi erano: un vecchio mendicante, quasi centenario, coi suoi stracci sul corpo: una donna di sessanta anni, una vecchia popolana, di tipo assolutamente parigino, di certi quartieri lontani, una vecchia ubbriacona, corrotta da tutti i vizii parigini e in ultimo dall’alcool, morta, pare, abbruciata da questi eccessi, nella via; un giovanotto di venticinque anni, molto bruno, coi mustacchietti neri, un viso lungo, coi vestiti di operaio, trovato nella Senna e che era lì, da quindici giorni, non riconosciuto da nessuno; e infine una donnina di trent’anni, una popolana, su cui si fermò lungamente il mio sguardo. Non bella, simpatica: con la fisonomia intelligente e viva delle donne popolane di Parigi, con una piccola bocca sottile, chiusa e qualche cosa di stanco, di molto stanco, in tutta la faccia: il corpo era magro e alto: i vestiti ritrovati, semplici, ma non laceri, erano sul corpo: fissando bene il suo fazzoletto, anche ritrovato, vi era la lettera A. Ebbene, io la potevo guardare senza ribrezzo! Ero andata con una certa prevenzione, natu-