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lettere d’una viaggiatrice |
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mobili diventano delle carrozze comuni, per sino gli omnibus, persino gli autobus, i cui diritti sono sacrosanti, in questo paese di democrazia, per sino gli omnibus, e gli autobus, cioè le vetture che più trasportano gente, a Parigi sono costretti ad andar piano. Dalle due alle quattro e mezzo, di nuovo poiché ognuno è giunto ai proprii affari, al suo lavoro, al suo piacere, al suo ozio, i boulevards assumono un aspetto più tranquillo, meno affollato. E dalle cinque alle otto pomeridiane, che la loro vitalità si centuplica; ognuno viene via dal suo ufficio, dal suo lavoro, dalla sua casa: ognuno si riposa in carrozza o a piedi, dell’ardente giornata di fatica: ognuno va a passeggiare, a farsi vedere, a guardare, a filare, a flirtare, ad amare: ognuno va a cercare un amico, un parente, una innamorata, un amante, un compagno qualunque, per passeggiare insieme, per pranzare insieme, per divertirsi insieme, ognuno cerca di rifarsi i polmoni e i nervi oppressi, con l’aria, con una passeggiata, con l’amore, con la chiacchiera briosa e magari con una discussione di politica: ognuno è fuori, è via,