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nella citta del sogno | 281 |
boulevards, bottega per bottega, casa per casa, insegna per insegna, vetrina per vetrina: impessibile discendere al dettaglio, in un mese, in un anno. Dei parigini vi nascono, vi crescono, vivono e vi muoiono, non avendoli mai sminuzzati, tanto il loro insieme è affascinante e tanto il loro dettaglio è infinito.
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E anche i boulevards del centro — già, l’ho detto, essi solamente esistono pel vero parigino e pel viaggiatore assetato di curiosità — hanno le loro ore alte, in cui tutta la loro espressione vi trascina. Sino alle undici della mattina sono percorsi da poca gente, relativamente: vi si può circolare, con una certa rapidità, senza aver troppe fermate, troppi urtoni, troppi rimbalzi. Dalle undici all’una, la folla vi si fa fitta, folta, sempre più folta, poiché tutti sono usciti di casa per i loro affari, per andare a fare colazione al restaurant o per ritornare a casa loro, per il medesimo scopo: le carrozze vi assumono una andatura più lenta, gli auto-