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nella citta del sogno |
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della via vi sono i rifugi, dei pezzi di marciapiedi a forma ovale, che girano attorno a una lampada elettrica, attorno a un orologio pneumatico, dove la traversata perigliosa si spezza in due: eppure basta che un sergent de ville alzi il suo bastoncello bianco, perchè i cento veicoli si fermino, d’un tratto, solo per lasciar passare una bambinaia con un piccino e non riprendono il loro andare, se il bastoncello non si è abbassato... Ma la vertigine è tale, che voi preferite di gittarvi in uno di quei veicoli, lasciando al vostro cocchiere la cura di distrigarsi: e lo scenario si sdoppia e si moltiplica, intorno a voi, in uno spettacolo che vi riesce sempre e sempre gradito. Vi è di tutto, su questi boulevadrs: chioschi di giornali, vespasiane decentissime coverte di avvisi e di cartelloni, orologi, pali su cui si distendono in liste di elettricità, con lettere luminose le duemila reclames, le duecentomila reclames, pali indicatori, lampade elettriche più grandi e più piccole, e tutto ciò non ingombra, o almeno, sta bene a suo posto, tanta è la vastità e tanta è la praticità con cui si è tenuto conto dello