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lettere d’una viaggiatrice 276

corsa solo da vecchie signore seguite da un servitore in livrea, da gentiluomini inappuntabilmente vestiti, alle due pomeridiane, da monache che camminano a occhi bassi, tagliando via de Courcelles, vi è un altro boulevard anche molto aristocratico, quasi deserto, senza botteghe, dai grandi palazzi signorili, ombrosissimo, il boulevard Haussmànn; passando sulla riva sinistra della Senna, nel Quartiere Latino, il quartiere dell’Istituto, della Sorbona, dei professori e degli studenti — quel che fu il vostro quartiere, o Mimi, o Musette... — si trova il rumorosissimo boulevard Saint Michel, popolarissimo, detto anche dagli studenti di cui è assoluto dominio, il Boul’Mich, nelle cui birrarie, alla sera, non si è sempre securo di non correre qualche pericolo, e in cui ordinariamente, chi non è studente, non va. E altri boulevards eccentrici vi sono, con caratteri molto speciali ognuno di essi, poiché a Parigi vi sono tante piccole città, chiuse in un ambiente colossale, poiché ognuno se ne va ad abitare, a vivere, con la propria gente, nel quartiere che più conviene alla propria professione o al proprio gusto. Ma che