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nella città del sogno 256

Parigi; vi fa dimenticare che, per arrivare a Parigi, voi dovete attraversare quasi tutta la Francia e appena escito dallo sleeping, ancora pieno di sonno e di sogni, dopo quarantadue ore di tragitto, all’alba del secondo giorno, voi sentite le due sillabe misteriose, quasi mistiche che vi danno un lieve tremito di emozione, siate venuto qui venti volte e abbiate inteso tutto il fascino di questo arrivo, venti volte!

Bene. Tutto è stato accomodato, dalle persone che curavano il loro interesse e il vostro, perchè il viaggio sia meno faticoso, meno noioso, meno inquieto, in quelle scatole rettangolari, in quelle casse oblunghe, in quei forni di legno, di metallo e di velluto, che sono le carrozze ferroviarie. Ebbene, senza pensarci, senza volerlo, coloro che vi hanno fatto giungere a Parigi fra le sei e le sette del mattino, fecero, forse, per prima e l’ultima volta, nella loro vita, opera di artisti e di poeta. Credettero fare per voi solo il necessario alla vita fisica del viaggiatore, e inconscientemente diedero alla vita dello spirito, uno spettacolo di suggestione possente.....


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