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232 lettere d’una viaggiatrice

carro di fiori, i più giovani, i più brillanti, nei giorni del carnevale, della battaglia dei fiori: e, tutti quanti, si riuniscono a Cannes, che è il loro paese d’inverno e di primavera, oramai, e si visitano fra loro, e se pure vanno in automobile, giuocano al tennis, giuocano al golf, mangiano i sandwichs del nostro amico Rumpelmayer, e si vestono, le donne, da Doucet o da Redfern, che hanno succursali a Cannes, si vestono, gli uomini, da Poole, che ha bottega anche a Cannes, oltre che a Londra e Parigi: pure conservano il loro carattere regale, i loro circoli particolari, i loro amori, le loro amicizie, le loro simpatie e le loro antipatie, come nei paesi donde vennero. Sono una casta, come dapertutto, anche a Cannes. Il paese, infine, ne riceve un carattere singolare di Corte in mezza vacanza, un po’ triste e fredda, talvolta, graziosa spesso, mai dimentica del proprio posto. E ogni pacifico cittadino che va lì, per curiosare, per ridere, per ricordare, finisce per appartenere, così, naturalmente, a uno di quei gruppi regali, a uno di quei sovrani, a uno di quei principi, per dovere, per piacere, per