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viaggio a cosmopoli 221

glietti di banca o vuote anche di cinque lire, quel treno così bizzarro che sembra l’uscita di una grande festa, e che porta tanti esseri stanchi, abbrutiti, da dieci ore di febbre, quel treno, dove, a poco a poco, si fa il silenzio, e donde i viaggiatori escono, come trasognati da un sonno di stanchezza, da un sogno di felicità, quel treno di decavès e di giuocatori fortunati, quel treno odoroso d’iride, di violette, dove ancora scintillano le gemme, chi lo scorderà mai?