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molli e chiare, e non giuocano, ma senz’averne l’aria, perchè tutto ha l’aspetto correttissimo, a Montecarlo, cercano il grosso giuocatore, quello che ha molto vinto, e lo trovano, e fanno bene a profittarne subito, perchè il grosso giuocatore domani, perderà.


Oh, quel treno della sera alle undici e venticinque, che riporta a Cannes, a Beaulieu, a Monaco, a Nizza, tutte le giuocatrici che non abitano a Montecarlo, quel treno della sera, dove, sulle toilettes chiare, fanno pompa i mantelli più ricchi e più carichi di merletti, di pellicce, di piume, quel treno della notte, dico, che raccoglie tutte queste donne belle e queste donne brutte, eccitate, depresse, alcune gaie come uccellini, altre tetre sotto i loro ermellini e sotto i loro Bruges profumati, quel treno ultimo, in cui tutti fanno mentalmente i loro conti e li fanno ad alta voce, e molti sonnecchiano — quelli che hanno perduto — e le donne stringono sempre le loro borsette, cariche di bi-