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216 | lettere d’una viaggiatrice |
loro accada; e tutte quante, infine, povere e ricche, vecchie e giovani, donne bionde e donne brune, donne tinte* color dell’uovo e donne tinte color del rame, prese da questa segreta ed anche palese passione del giuoco, prese per un minuto, per un’ora, per un giorno, per un anno, per una vita, ma prese, tutte, prese!
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Così sul tappeto verde, intorno ai rastrelli che vanno e vengono, intorno alle monete d’oro e d’argento, non si vedono, in gran parte, che agitarsi mani gemmate, alcune così zeppe di anelli, da smagliare: e nelle mani, strette, nascoste, coperte, le borsette di pelle, di seta, di marocchino, le borsette di maglia d’argento, di maglia d’oro, le borsette che sono il segnale caratteristico delle donne a Montecarlo, le borsette donde partono e dove arrivano le somme più umili, e le somme più folli. E, malgrado la loro squisita eleganza, malgrado la loro beltà, malgrado la loro grazia, malgrado ogni altra ragione muliebre, le donne, intorno a quei ta-