namente nelle sale; e la sposina francese, elegantissima, briosissima, che viene a gittare nel giuoco, gli cheques donatile al suo partire, pel viaggio di nozze; la donna ignota, vestita semplicemente, che fa un giuoco d’inferno, senza turbarsi; e la ragazza sciocca che viene ad arrischiare un luigi, così in un minuto, per perderlo il secondo minuto, senz’altro; e tutte le donne infine, che, per gusto, per capriccio, per ozio, per speculazione, per curiosità, per malattia, sono venute sul littorale, o, specialmente, a Montecarlo; anche tutte le donne dagli aspetti più strani, le bellissime, fresche come fiori, le cui mani bianche toccano i napoleoni, come se le dita di una fata li sfiorassero, e le più brutte, tinti i capelli, tinti gli occhi, tinte le labbra, malgrado questo e per questo, forse, mostruose, donne naufragate nella vecchiaia, le cui mani che prendono, hanno qualche cosa di scheletrito; e le più espressive, quelle i cui occhi intenti, e le cui labbra mobili dimostrano la emozione di un incontro, di un guadagno, di una perdita; e quelle inespressive, la cui maschera muta rimane immobile, qualunque cosa