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214 lettere d’una viaggiatrice

gruppi, in coppie, solitarie, raramente in compagnia di uomini, salvo quando sono accompagnate da un marito, da un fratello, da un flirteur. Giammai la umanità femminile assunse, come a Montecarlo, un aspetto così diverso, così complesso, così attraente nelle sue mille forme, così affascinante nelle sue forme belle, così curioso nelle sue forme grottesce, così divertente nelle sue forme orribili. La vecchia di settanta anni, magra, impresciuttita e rabbiosa, e la miss inglese di venti anni, alta, florida, fiera, la borghese di Francia, quarantenne, grassa, carica di gioie, e col borsellino pieno di danaro; e la signora viennese, fine, graziosa, prodiga, capace di perdere migliaia di lire, in un’ora; la gran signora inglese, che viene sempre di sera, vestita di ricchissime toilettes, col cappellino guarnito di rose, coperta di gioie, che chiacchiera vivamente, sempre, con un’amica; la piccola genovese che arriva col suo vestitino modesto, con la mano che tiene ferma la borsetta, quasi gliela dovessero rubare; la principessa tedesca, vestita male, quasi sempre, ma avendo spesso grand air, e circolando sovra-