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202 lettere d'una viaggiatrice

simo interno, di dolore o di piacere. Voi vi aspettate a un’assemblea di convulsionarii da cui si distacchi, ogni tanto, fuggendo, colui che va lontano con l’oro strappato ai rastrelli dei croupiers, colui che va, lontano o vicino, in una stanza dell’albergo o nei giardini, a tirarsi un colpo di rivoltella. Errore! Anzi tutto, entrando nel maestoso salone da giuoco tutto marmi e stucchi e oro, vi colpisce il perfetto silenzio in cui si tiene, correttamente, quella grande folla di giuocatori, assiepata intorno alle nove lunghe tavole della roulette: e, adesso, negli ultimi tre anni, tre nuove sale da giuoco, ampie, sono state costruite armoniosamente al resto del magnifico edificio, dall’architetto Schmidt, e sono sale egualmente affollate. Un silenzio assoluto di voci umane che esprimano un sentimento, un’idea, un pensiero, una sensazione: un silenzio profondo, per cui l’amico non parla all’amico che ha accanto, per cui il marito non risponde alla moglie che lo avverte, all’orecchio, dell’ora che passa, per cui la donna non risponde all’amante che l’ha fornita di grioielli e di danaro, e che vorrebbe