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192 lettere d’una viaggiatrice

classe in cui si chiacchiera, si circola, si ride, si discute, ahimè, sulle vincite e sulle perdite, e quelli della sera, dalle cinque pomeridiane, sino a mezzanotte, egualmente; che questi treni raccolgono tutti coloro che dimorano sulla costiera, da Saint Raphael a Mentone, da Cannes a Beaulieu, da Nizza a Villafranca, e che, quindi’ bastano appena, questi cinquanta treni, in andata e in ritorno, per portare e riportare tutti coloro che, per i nove decimi, vanno a giuocare a Montecarlo, mentre l’altro decimo che si reca colà, per altre ragioni, per semplice svago, perchè vi ha un convegno, perchè vuole vedere, niente altro, finisce per giuocare anche esso.

Non è neanche necessità di consultare l’orario: si scende alla stazione, e se si è perduto il treno delle cinque e quaranta, si prende quello delle sei e quindici. Ci si arriva sempre, sempre a tempo, a Montecarlo, perchè la Fortuna vi sorrida o vi volti le spalle, secondo le giornate, secondo l’amore, secondo l’ora e secondo il vicino che vi è antipatico o la vicina che è noiosa.