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lettere d’una viaggiatrice |
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stecase sono tutte dipinte chiarissime, di bianco dolce, di un grigio tenero, di un nocciuola velato, persino di un azzurro come l’aria e hanno l’aspetto così netto, così lindo, così gentile, anche le più piccole, anche le più povere e sono in verità, così nette, così linde entro e fuori, che confortano l’animo di tutte le persone pulite. Queste case, tutte quante, hanno dei larghi balconi, delle larghe verande, delle terrazze con balaustre, le terrazze italiane, e da queste aperture tutto l’azzurro, tutto il sole entra nelle case, e su questi balconi, sulle verande, sulle terrazze stanno al sole, sotto gli ombrellini, tutti i freddolosi, tutte le infermiccie, tutte le convalescenti, o, in gran folla, tutte le amatrici del sole. In questo paese, la coltura dei fiori è un vero fanatismo: chiunque ha un pezzo di terra, vi mette delle viole, dei geranii, delle rose, e i fiori vi crescono così più belli, così più fragranti, così più ricchi di petali, così più vivi di colore di qualunque altro paese: in questa Nizza, i rami dei lilla bianchi circondano odorosamente gli alti eucalitti, e le umili violacciocche crescono ai piedi dei palmizii, così,