guisa così vasta, così aperta, così formata a paesaggio, per modo di dire, che il mare l’avete sempre innanzi, da lontano o da vicino, un pochino o molto. Queste vie ariose, dalle più piccole alle più grandi, da quelle aristocratiche alle più umili, tutte, tutte quante, sono adorne di alberi, alberi tutti verdi, alberi tutti fioriti, alberi rigogliosi, di cui, nella notte, quando passate sotto il cielo stellato, quando passate sotto la grande luce bianca delle lampade elettriche, nelle piazze che sembrano dei parchi signorili, l’odore fresco vi dilata il petto.
Questi villini, queste ville, questi alberghi — quanti alberghi, quante pensioni? cento, duecento, cinquecento? — hanno, ognuno, avanti o, intorno un piccolo giardino, adorno di aiuole, di palmizi, di palme, un giardino dai brevi viali per cui si arriva al portone, e dentro, e fuori, e intorno, e dovunque, questo verde abbraccia, stringe, divide, riunisce, vivifica, profuma Nizza, la rende così amena, così cara, così graziosa, così poetica che, qualcuno, molti vengono qui, solo per contemplare tutto ciò, per impregnarsene la vista e la fantasia.Que-