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viaggio a cosmopoli 151

fate il silenzio, venti minuti, mezz’ora, quanto? Chissà! Nella camera accanto, due voci leggiere, freschissime, due voci di sedici anni, cinguettano in inglese; e dalle imposte socchiuse, entra, anche nelle ore pomeridiane, un raggio di sole che si allunga, biondo, ridente, irresistibile, sui fiori rossi del tappeto, vivificandoli, sul merletto bianco delle cortine del letto, rendendolo più candido, sulla seta rossa del piumino, infiammandola: vi voltate verso il muro per resistere alla tentazione. Ma un ritmo soave e dolce e suadente la calma, si eleva sempre, soavemente, alle vostre orecchie; è il rumore del mare che blandamente finisce, e ricomincia il suo moto sulla riva naturale, sotto la Jetéepromenade: ma, infine, le vostre violette messe in un gran bicchiere d’acqua, nella stanza chiusa, col sole che le riscalda, odorano anche più. Vi chiamano, vi chiamano, quel mare, quel sole, quel profumo: vogliono che voi li riconosciate, voi, voi, che venite dal sole, dal mare, dal profumo, vogliono che voi sorgiate, che usciate all’aria libera, che vi penetriate di tutte le loro