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come erano o che si sono mutati: una serie di visioni che la fantasia sogna novellamente, dopo dieci anni o dopo sei mesi: una serie di visioni che non sono più la realtà, forse, ma che furono una realtà: o una serie di visioni che, ancora, palpitano dì verità.
E, sovra tutto, non la descrizione precisa e netta delle vie, dei monumenti, delle chiese e dei musei: ma ciò che essi esprimono nel passato e nel presente: ma ciò che è lo spirito profondo e l’intimo fluido delle cose, che ebbero vita dal pensiero e dal sentimento: ma ciò che è l’anima degli uomini, sparsa dovunque, nelle memorie immote e nel volto delle persone.
La viaggiatrice non viaggia che per veder questo, per intender questo, per sentire questo. E voi pure, io credo, amico lettore.