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viaggio a cosmopoli 141

lissima riviera ligure, da quella Sampierdarena, che meritò il nome utile se non poetico della Manchester italiana, sino al confine, si è venuta trasformando in un seguito di alberghi e di alberghetti, di ville e di villini, di pensioni e di pensioncelle, poichè Cosmopoli è ricca, sì, spesso è molto ricca, ma, anche spesso, non è ricchissima e ama spender poco, e, sovra tutto, Cosmopoli ama, spesso, di fare economia. Da Varazze ad Alassio, due dimore di convalescenti delle malattie di petto, da Sanremo a Bordighera avvolte, ambedue, nei loro boschi di palmizii, da Pegli a Ospedalrtti, in quei bei paesi tutti bianchi, tutti lindi, messi fra i colli e il mare, guardanti, dalla mezza costa, i piccoli seni azzurri fra gli scogli che si avanzano, traforati dalla via ferrata, fra il profumo delle mimose e delle violette che, nella notte stellata, diventa così acuto, in quei paesi vi è una popolazione di forestieri che sverna, al sole, lasciando cullare la propria tristezza, la propria noia, la propria gioia, da quella molle canzone del mare che è la nostalgia di noi tutti. In quasi tutti questi paesi liguri, in ve-