Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/100


dans venise la rouge 93

e, dappertutto, lo stesso senso di una bellezza quieta e larga e semplice, che facesse valere, sempre meglio, i quadri e le statue. Ogni tanto, sobriamente, dei fiori e delle piante: e delle grandi portiere in istorie strane, in cuoi lavorati; e dei fondi uniti, di tinte che riposano l’occhio, tinte delicate e graziose. Ah che tutto è favorevole, in queste sale, al diletto dell’anima, e chi diresse e chi lavorò, ognuno per la sua parte, ha compito un miracolo, rendendo gradito un ambiente, donde ordinariamente si esce con una terribile emicrania e l’odio del colore! E guardate bene, che scienza d’arte perfetta, in ogni decorazione, di accordo con la pittura dei paesi nordici, con quella dei paesi meridionali, guardate bene come tutto è concorde, perchè anche il più bel pregio di un’opera di arte risulti! Così, nella folla che, ogni giorno, trabocca dai vaporini allo scalo dei Giardini e si diffonde per queste sale, in questa folla ove ogni ceto accorre, dai forestieri agli indigeni, ove ogni età e ogni condizione è rappresentata, in questa folla ove sono le persone che meno s’intendono di arte,