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busto della sua macchina ariostesca. Assai più temperante andò madama Bocage, poetessa francese dello scorso secolo, di cui abbiamo tradotta la Colombiade per una squisita galanteria de’ nostri buoni Trasformati. Felice in questo poema è l’imitazione di Virgilio: gli avvenimenti non s’affollano, nè l’azione mai ristagna. Ma come interessarci ad un racconto che ad ogni tratto contraddice la Storia? Non con tre sottili caravelle compie Colombo il primo viaggio, ma venti navi lo seguono, e Cortez e Pizarro ed altri famosi che Colombo neppur conobbe, sono nell’armata. L’eroe, com’era da aspettarsi, s’innamora d’una bella selvaggia e una regina Caraiba s’innamora alla sua volta di lui; onde gelosie, fughe, guerre e tutta quanta la catastrofe, girando il perno dell’azione su questi amori; cosa appena perdonabile ad una poetessa.

Altri poeti fecero peggio, travestendo il Colombo da Achille o da Rinaldo e sempre trasportando in America l’Europa. Cosicchè il poema della poetessa francese è pur sempre rimasto il migliore perchè, se non altro, chiara, semplice e logica ne è la tessitura; e l’affetto non vi manca, benchè non vi si trovino nè il Colombo, nè i selvaggi, nè gli spagnuoli; ma solo una leggiadra fantasia che non può pigliar posto nè fra le grandi creazioni, nè fra le grandi interpretazioni poetiche.

Quel singolare ingegno del Tassoni, sin qui non degnamente giudicato, vide le gravi difficoltà che s’incontrano a voler innestare l’immaginazione sulla storia. Già fin da’ suoi tempi cinque o sei poeti volgari avevano storpiato il bel tema, togliendo a modello l’Iliade, o la Gerusalemme che è ancora l’Iliade. Il Tassoni, splendidissimo verseggiatore come ce lo attestano alcune parti veramente epiche della sua Secchia Rapita voleva tentare egli stesso la prova, e il nome d’Oceano, che diede al poema di cui ci lasciò sbozzato il primo canto basta a provarci la novità dei suoi pensieri