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genio; e nondimeno il carattere e le passioni e gli errori stessi di lui fanno un mirabile riscontro a’ suoi tempi. Le quali tre rispondenze della scienza, delle tradizioni nazionali e degli avvenimenti nell’animo di Colombo, io qui verrò divisando, come lo stanco ingegno e la fretta degli studi e la vostra pazienza me lo concederanno.

Tanta poesia ha in sè il nome solo di Cristoforo Colombo; di tante rivoluzioni e nelle idee e nei fatti è grave questa parola: nuovo mondo; che non è meraviglia se ogni minima circostanza di sì gran fatto venisse cercata con amorosa trepidazione. Il momento in cui per la prima volta balenò allo spirito umano la stupenda speranza; il dì in cui le navi salparono al mirabile viaggio; le parole, i sussurri, i terrori della ciurma attenta ai segni ed agli augurii che inasprivano calmavano le ansietà di sì lunga incertezza; il nome del marinaio, che primo vide e salutò la nuova spiaggia; tutto infine questo dramma straordinario, che segna uno de’ più solenni momenti nella vita dell’uman genere, attrae il pensiero con invincibile incantesimo. E però la tradizione (come suole de’ più grandi avvenimenti, che divengono quasi parte della storia di tutte le anime) seguì passo passo Colombo, e si piacque delle scene ove più vivo risalta il contrasto fra la ragione passionata, serena, incrollabile di cotesto


Nudo nocchier promettitor di regni;


e la frivola incredulità della plebe, la schernevole burbanza de’ cortigiani e dei dottori, la tranquilla ingratitudine dei regnanti.

Se la poesia e la tradizione, fedeli alla grandezza ed alla sventura, predilessero Colombo, e pigliarono