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di cristoforo colombo 135

dico che quelle minere della Aurea sono le medesime che si contengono con queste di Beragna; perchè, come vi dissi, si allonga al Ponente xx giornate, e sono in una distanza lungi dal polo, e anche dalla linea. Salomone comprò tutto quello oro, pietre preziose e argento da mercatanti. Vostre Maestà lo ponno ad ogni sua requisizione far ricogliere, se gli piace, senza alcuno pericolo. David nel suo testamento lassò tre mille quintali di oro delle Indie isole a Salomone, per aiutar ad edificare il Tempio; e, secondo scrive Gioseffo, David era di queste medesime terre, e così si legge. Gerusalemme e il Monte Sion, come si scrive, ha da essere reedificato per mano di Cristiano. Chi ha da essere questo? Dio per bocca del Profeta nel decimoquarto Salmo così lo dice. Lo Abate Ioachim disse che questa persona aveva da essere di Spagna. Santo Geronimo a quella santa donna gli mostrò il cammino per doverlo fare. Lo imperatore del Cataio già molti giorni domandò e fece gran cosa per avere uomini intelligenti, che gli insegnassino nella Fede di Cristo? Chi sarà colui che se li offerisca a farceli avere? Se Iddio mi porta con bene a Spagna, io prometto a Vostre Maestà, e mi obbligo condurceli io, con l’aiuto di Dio, sani e salvi: e così lo metterò in opera, come lo dico.

Questa gente quale è venuta con me, quella che è ri-

    provare, che un’isola Aurea nell’India fosse la Ophir di Salomone, sulla quale tanto gli eruditi quistionano: ma anche dopo nuove osservazioni sulla testimonianza di questo scrittore fatte da Tommaso Cristiano Tychsen (Comment. Hist. Philol. Societ. Gotting. vol. XVI, p. 170) nulla di autorevole se ne trae. Il Colombo però, che della Ophir ardentemente andava in cerca, in Veragua credeva di averla trovata; siccome il Paradiso terrestre ora qua, ora là gli pareva di vedere, facilmente indotto a crederlo di buona fede dalle prodigiose e continuate scoperte che andava facendo, e che ben potevano abbagliarlo.