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di cristoforo colombo | 127 |
era questa, e che si intenda di altra forma, nè da martiro per dare colore alla forza. Lui va in capo del testo: tutto ciò che promette attende con accrescimento; questa è sua usanza. Io ti ho detto quanto il Creatore abbia fatto per te, e fa con tutti. Adesso mi mostrò il guidardone e pagamento de’ tuoi affanni e pericoli, che hai passati ad altri servendo. E io così mezzo morto sentiva ogni cosa; ma mai non puotti riavere resposta, per respondere a parole così certe, salvo piangere per li miei errori. Costui fornitte di parlare, chi voglia che si fosse, dicendo: Confidati e non temere, che tribulazioni stanno scritte in pietra di marmore, non senza cagione.
Levaimi quando puotti, e al fine di nove giorni fece bonaccia, ma non per cavare li navigli del fiume. Feci ricolta della gente che era in terra, e di tutto il resto che mi fu possibile, perchè non erano bastanti per restare, nè per navicare li navigli. Io mi sarei restato a sostenere il popolo con tutta mia gente, se Vostre Maestà avessino questo saputo. La paura che mai quivi veniriano navigli alcuni mi determinò a dovermi di qui partire: e ancora il conto è questo, che quando si abbia a provedere di soccorso, si provede di tutto quanto fa bisogno. Partimmi in nome della Santa Trinità la notte di Pasqua con li navigli marci e muffolenti tutti fatti pieni di buchi. Lassai uno il più tristo lì in Beleem, con assai cose: in Bel Porto feci il simile. Non mi rimaseno salvo che due in stato delli altri, e senza barche, nè provisione alcuna, per avere da passare sette mille miglia di mare e acqua; o morire in cammino io con il povero figlio, e fratello, e tanta gente. Respondano adesso questi tali, che soleno opponere e riprendere dicendo: Perchè non facevi tu così? perchè non colà? perchè non ti governavi costì? Io li averia voluti avere là in questa