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di cristoforo colombo 109


grossi come uova d’oca, di gallina, di pollastra, e di altre molte forme, raccolti da alcune persone in breve spazio, perchè le AA. LL. si rallegrassero, e da ciò conoscesser l’impresa; con una quantità di pietre grosse piene d’oro. Queste cose furono le prime ad esser donate con malizia, acciocchè le Altezze Loro non tengan da molto questo negozio, fino a che egli abbia fatto il nido; nel che si dà molta premura.

L’oro che sta per fondersi, scema al fuoco. Certe catene che peserebbero fino a venti marchi, non si sono più vedute. Nel particolare dell’oro mi si è fatto maggior aggravio che in quello delle perle; perchè non lo ho portato io alle Loro Altezze.

Il commendatore pose tosto in opera quanto parvegli che sarebbe in mio danno. Ho già detto che con secentomila avrei pagato tutti, senza rubare a nessuno, e che aveva più di quattro milioni di decine senza il bargellato, senza mettere mano all’oro. Egli fece larghezze tali che muovon le risa; quantunque cominciò, io credo, la prima parte da sè. Il sapranno le LL. AA. se manderanno qua a domandargli i conti; e specialmente s’io vi fossi presente. Egli altro non fa se non che dire esservi un debito di somma assai grande; ma non è sì grande; è quella che io ho detto. Io sono stato moltissimo aggravato in questo, che siasi mandato un inquisitore sopra di me, il quale sapeva, che ove la relazione fosse di cose molto gravi, a lui sarebbe conferito il governo1.

Fosse piaciuto a Nostro Signore che le AA. LL. avessero

  1. «Il già detto Giudice (Bovadiglia) bramoso di rimaner nel governo, senz’altra dimora, nè giuridica informazione, al principio di ottobre dell’anno 1500 lo mandò prigione ecc.» Ferdin. cap. 86.