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degli editori | ix |
l’imagine a cui invidieranno i Piquer e i Morell di Cardenas e la valente schiera di Genova.
Meglio ancora che la parola inspirata del Correnti, varrà la voce stessa di Colombo raccolta nelle sue lettere che noi pubblichiamo. La prima a Raffaele Saxis è come nuova, per gli studj postivi in nostro favore dall’egregio signor Francesco Longhena e dal valente paleografo Antonio Ponzio, i quali in un sugoso e ben dedotto proemio ne dan notizia. La seconda, la terza, e la quinta le traemmo dal Codice-Colombo-americano (Genova, Ponthenier, 1823), seguendo in tutto il lavoro del dotto editore Gio. Battista Spotorno.
La quarta lettera fu per noi tratta dalla edizione Remondiniana di Bassano 1810, procurata dal cav. ab. Morelli, già bibliotecario regio in Venezia. È scritta al re di Spagna Ferdinando V e alla regina Isabella, dalla Giamaica addì 7 luglio 1503, e fu stampata in spagnuolo e in italiano; ma era rimasta occulta ai principali scrittori moderni intorno al Colombo, finchè un esemplare dell’edizione italiana diede in mano al Morelli, che ne discorre così: "È il volumetto composto di carte otto, l’ultima delle quali da ambe le facce è vuota, in forma di quarto, in carattere semigotico, come dire si suole, e porta a guisa di frontispizio questo titolo: Copia de