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102 lettere autografe.

sono tutti vagabondi; e niuno con moglie e figliuoli. Questo Hojeda mi travagliò molto. Ebbe da partire; e lasciò detto che tosto saria di ritorno con più navi e gente; e che aveva lasciata la real persona della Regina, nostra Signora, presso alla morte. Intanto giunse Vincenzo Agnes con quattro caravelle: fuvvi scompiglio e sospetto, ma non danno. Gl’Indiani ne dissero molte altre ai Cannibali ed in Paria; e poscia sparsero la nuova di sei altre caravelle che portavano un fratello dell’Alcalde. Ma fu con malizia. Questo si fe’ sull’ultimo; quando già era quasi perduta la speranza che le Altezze Loro dovessero spedire omai più de’ navigli nelle Indie, nè più si sperava da noi; e volgarmente dicevano che S. Altezza era morta.

In questo tempo un tal Adriano provò un’altra volta a levar rumore, come dianzi; ma nostro Signore non sostenne che portasse ad effetto il suo malvagio proposito. Io mi era deliberato di non torcere un capello a nessuno: a costui però, attesa la sua ingratitudine, non fu possibile (lagrimando) serbare quel proponimento. Non avrei trattato diversamente mio fratello, s’egli avesse voluto uccider me, e rapirmi il dominio, che il mio Re e la Regina m’avean dato in guardia1.

Questo Adriano, come si vede, avea spedito a Xoragua Don Ferdinando a radunare alcuni suoi seguaci; e colà venne a contesa con l’Alcalde; di che nacque discordia di morte; ma non ebbe conseguenza. L’Alcalde il prese con una parte della sua banda, ed avrebbelo fatto giustiziare, s’io non vi poneva riparo: stettero in prigione, sperando l’arrivo di qualche caravella, sopra cui partirsi. Le

  1. Questo ultimo periodo manca nella traduzione de’ sigg. Accademici.