Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/123






Molto virtuosa signora.

Se la mia querela del mondo è nuova, antico è l’uso ch’egli ha di maltrattare. Mille combattimenti mi diede, ed a tutti resistetti, fino a quest’ora, in che non mi hanno giovato né armi, nè consigli. Ei mi tiene crudelmente colato al fondo. Sostiemmi la speranza di chi ne creò tutti. Il soccorso di Lui fu prontissimo sempre. Un’altra volta, e non ha molto, trovandomi assai abbattuto, mi sollevò col suo braccio divino, dicendo: Levati, uomo di poca fede, che son Io; non aver timore1.

Io venni con amore così sviscerato a servire questi Principi, e tal servigio ho prestato, quale non si vide né si udì giammai.

Del nuovo cielo e terra, cui faceva nostro Signore, come scrive S. Giovanni nell’Apocalisse (dopo quel che ne fu detto per bocca d’Isaia) ei fece me nunzio, e mostrommene la via. In tutti trovai incredulità. E alla Regina, mia Signora, ne diè spirito d’intelligenza, ed animo grande, facendole creder tutto, come a cara ed amatis-

  1. Queste parole sono riportate nella Storia di D. Ferdinando, cap. 84, e tal visione si dice accaduta nel giorno di Natale del 1499.