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90 lettere di santa caterina

e con vera pazienzia, ci creò a Grazia; il sangue ricoperse la nostra nudità, perocché ci rivestì di Grazia; nel caldo del sangue distrusse il ghiaccio, e riscaldò la tepidiezza 1 dell’uomo; nel sangue cadde la tenebra, e donocci la luce, nel sangue si consumò l'amore proprio, cioè, che l'anima che ragguarda sé essere amata nel sangue, ha materia di levarsi dal miserabile amore proprio di sé, e amare il suo Redentore che con tanto fuoco d’amore ha data la vita, e corso, 2 come innamorato, alla obbrobriosa morte della croce. Il sangue c’è fatto beveraggio a chi ’l vuole, e la carne cibo: però che in neuno modo si può saziare l’appetito dell’uomo, né tollersi la fame e la sete se non nel sangue. Che, perchè l'uomo possedesse tutto quanto il mondo, non si può saziare: però che le cose del mondo sono meno di lui: onde di cosa meno di sé saziare non si potrebbe. Ma solo nel sangue si può saziare, però che ’l sangue è intriso e impastato con la Deità 3 eterna, Natura infinita, maggiore che l’uomo. E però l'uomo ne sazia il desiderio suo, e 4 col fuoco della divina Carità: però che per amore fu sparto. Questo sangue fu dato a noi abbondevolmente: onde l'ottavo dì dopo la sua natività fu spillata la botticella 5 del corpo suo, quando fu circonciso; ma era

  1. Pone la tiepidezza dopo, perchè più del ghiaccio talvolta la tepidezza è rea.
  2. O corse?
  3. Impasto ha qualche senso traslato: ma questo è un de’ pochi men che convenienti, tra i molti in queste lettere di pensata proprietà e di bello ardimento.
  4. O da togliere l’e, o piuttosto da sospettare che qualche parola manchi.
  5. Parecchie imagini poco meno a noi strane di questa, tolte dal vino e dalla vendemmia e dagli arnesi di quella, rincontransi ne’ Profeti.