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lettere di santa caterina 89

e di portare con vera e reale pazienzia infino alla morte; non eleggendo luogo né tempo a modo nostro, ma a modo di Dio, che non cerca né vuole altro che la nostra santificazione. Troppo sarebbe grande ignoranzia, che noi infermi addimandassimo la medicina al nostro medico Cristo, ce la desse secondo el nostro piacere, e non secondo la sua volontà; che vede e cognosce quello che ci bisogna. Onde io voglio che tu sappi, figli unla mia, che ciò che Dio ci dà e permette in questa vita, il fa o per necessità della salute nostra, o per accrescimento di perfezione: e però d’obbiamo umilmente e con pazienzia portare, e con riverenzia ricevere aprendo l’occhio dell’intelletto a ragguardare con quanta carità e fuoco d’amore egli cel dà. E vedendo ch’egli dà per amore, e non per odio; per amore le riceveremo. E tanto c'è di necessità questa virtù della pazienzia, che ce la conviene procacciare acciò che non perdiamo il frutto delle nostre fadighe. E dovianci levare dalla negligenzia, e con sollecitudine andare colà dove ella si trova.

E dove si trova? In Cristo crocifisso. Perocché tanta fu la pazienzia sua, che il grido suo non fu udito per alcuna mormorazione. E’ Giudei gridavano: Crucifige; ed egli gridava: «Padre, perdona a costoro che mi crocifiggono, perchè non sanno che si fanno». Oh pazienzia 1 che ci desti vita, cioè, che portando le nostre iniqnitadi con pazienzia, le ponesti in sul legno della croce sopra el corpo tuo! Col sangue suo lavò la faccia dell’anima nostra; nel sangue sparto con tanto fuoco d’amore,

  1. Personifica la Pazienza, come la Misericordia; e così Dante a lei si rivolge, intendendo a Dio. Ma Dante con sdegno impaziente, Caterina con conoscenza d’amore.