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lettere di santa caterina 83

d’avere questo latte senza pena, e con esso dare vita alle virtù (perocché le virtù hanno vita dal latte dell’affocata carità), nol vorrebbe. Ma piuttosto elegge di volerlo con pena per l’amore di Cristo crocifisso; perocchè non gli pare che sotto il capo spinato debbano stare i membri delicati, ma piuttosto portare la spina insieme con lui; non eleggendo portare a suo modo, ma a modo del capo suo. E facendo così, non porta, 1 ma il capo suo Cristo crocifisso n’è fatto portatore.

Oh quanto è dolce questa dolce madre della Carità! la quale non cerca le cose sue, cioè che non cerca se per sé, ma sé per Dio; e ciò che ella ama e desidera ama e desidera in lui; e fore di lui nulla vuole possedere; e in ogni stato ch’ella è, spende il tempo suo secondo la volontà di Dio. Onde s’ella è secolare, ella vuole essere perfetta nello stato suo; se ella è religiosa suddita, ella è perfetta angela terrestre in questa vita; e non appetisce nè pone l’amore 2 suo nel secolo, nè nella ricchezza, volendo possedere in particolare, perocchè ella vede che ella farebbe centra il voto della povertà volontaria, la quale promesse d’osservare nella sua professione. E non si diletta nè vuole la conversazione di coloro

  1. La pena. Come sopportare e soffrire assoluti; è il ferre latino. Bello, che lo membra del mistico corpo, sensitive per la comunicazione col capo, da lui abbiamo il merito del dolore, e la forza del sostenerlo, o la vivificatrice partecipazione della divina sua vita. Ed è eziandio nuova e gentile imagine che il latte dell’amore ci venga dall’umanità di Cristo accostata alla nostra, come il bambino accosta le sue labbra di carne alla carne del petto materno per averne un liquore ch’è come lo stillato della vita.
  2. Appetire quel che non si ha, por l’amore in quel che si ha. E però dice la ricchezza in particolare; cioè che i beni posseduti in comune per le necessita del monastero o de’ poveri, nessuno se li appropri nè in atto nè col desiderio, non ponga la essi l'amore neanco sotto specie di giovare alla comunità; ch’è pretesto tentatore, e può farsi diavolo.